Ecco la pasta

 

La pasta in assoluto più conosciuta e consumata in Italia è quella secca, la pasta che tutti gli italiani consumano quotidianamente o quasi è ottenuta tramite essicazione del prodotto finito, cioè l’evaporazione di una parte dell’acqua in esso contenuta, fino a raggiungere un tasso di umidità inferiore al 14%, oltre al quale il prodotto è inattaccabile dagli agenti biologici. Per questo motivo la pasta secca ha una conservazione di molti mesi.
La pasta fresca, al contrario, viene preparata e immediatamente consumata, senza subire alcun tipo di essicazione: il contenuto di umidità è superiore del 30% circa rispetto alla pasta secca, cosa che la rende attaccabile da batteri e muffe. La pasta fresca che non subisce nessun tipo di trattamento va dunque conservata in frigorifero ed ha durata limitata a qualche giorno. La produzione di pasta fresca in Sardegna ha una forte prevalenza artigianale con un forte apporto manuale e l’utilizzo di materia prima locale che danno un prezioso valore aggiunto del prodotto La pasta fresca può anche essere pastorizzata e confezionata in atmosfera protettiva, allungando la data di scadenza che varia da 3 e fino a 6 settimane o può essere surgelata con abbattimento rapido della temperatura e può essere conservata fino a 6 mesi La pasta fresca può essere laminata (tagliatelle, tortelloni, lasagne, ecc), estrusa (maccheroni, penne, ecc), ripiena o no. I laboratori artigiani vendono, al banco, un prodotto fresco, non pastorizzato, fatto come a casa e con una scadenza limitata. Nel nostro laboratorio prepariamo, solo con semola, i malloreddos, le tagliatelle, le orecchiette, i maccarrones de busa e le tipiche paste ripiene: ravioli di formaggio o ricotta, culurgiones e sebadas.